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https://t.co/uf4nUfYf76 Vi ricordate “Event201”, la simulazio | Martina Pastorelli

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Vi ricordate “Event201”, la simulazione pandemica del 2019 che servì da prova generale per il Covid?
Per la guerra al cibo, nel 2015 ci fu una simulazione ambientata nel 2020-2030, "Food Chain Reaction Game". Essa prevedeva: crisi alimentari e prezzi al +400%, eventi climatici estremi, ribaltoni in Ucraina e Pakistan, carestie e crisi di rifugiati in Bangladesh, Myanmar, Ciad, Sudan.

Il "gioco" si chiudeva imponendo in Europa tasse sulla carne e un tetto alle emissioni di CO2 e istituendo una tassa globale sul carbonio.
Dietro la simulazione c'erano: l'intelligence militare USA, un think-tank affiliato a Soros, la corporation del cibo Cargill e un'associazione di ispirazione malthusiana ed eugenetica.

Nessuna delle due simulazioni - quella sanitaria e alimentare - mirava a risolvere il problema della fame o del virus perché erano state progettate per capire come far digerire una certa agenda ad una popolazione riluttante.
La soluzione al problema implica sempre azioni o leggi pre-pianificate che non avrebbero mai superato l'approvazione pubblica prima della creazione del problema stesso.

L'obiettivo del "Food Chain Reaction Game" e delle élite globali è semplice ma devastante: la demolizione controllata dell'attuale rete di approvvigionamento e di filiera alimentare -non per sostituire l'agricoltura industriale con una rigenerativa e curativa della terra- ma per sostituirla con un sistema alimentare globale, centralizzato e controllato, basato su cibi creati in laboratorio e lavorati industrialmente, con poca scelta alimentare e pessimi risultati di salute per tutti tranne che per le élite, usando il cambiamento climatico come pretesto.